Anima...tori
“La vostra vacanza è il nostro lavoro”. Così recita il motto di un tour operator. Il lavoro ? quello per cui vengono chiamati “animatori”.
Ragazzi giovanissimi, spesso con gli occhi lucidi e stravolti dal poco sonno. Che in sei mesi incontrano più gente di quanta uno ne incontri nella vita. Ogni settimana, o anche più spesso, corrono a recuperare un nuovo carico d’esseri umani da “animare”… Si, insomma. Divertire, rasserenare, rilassare,far tornare bambini almeno per un po’… compatibilmente con il senso del ridicolo, o forse con la capacità di lasciarsi andare di ciascuno.
Animatori di contatto, li chiamano. Con un tacito accordo si distribuiscono i clienti. A te tocca la ragazzina timida con mamma e nonna. A te, invece, la signora annoiata, ex bella, ex felice, ex giovane. O il cinquantenne che vuol fare un po’ di casino, o il meccanico di Pinerolo che vuol tornare raccontando agli amici di quanto s’è divertito. Lo vedi quel signore laggiù, nascosto tra gli ombrelloni? Ha un libro in mano, sempre diverso. Non vuole fare il gioco aperitivo, e in quanto a ballare .. non è cosa per lui. Allora ti avvicini, sfiori la copertina, ti interessi all’argomento del ponderoso volume, gli chiedi come va.
Belli. Giovani, sorridenti, allegri, pazienti. Che si tratti del bambino che per la centesima volta chiede di replicare la stessa scenetta, o del cliente che per un piccolo contrattempo lancia fuoco e fiamme, minaccia di ripartire e se la prende col primo che gli capita a tiro, cioè con te che lo stai accompagnando alla sua camera. O che ha deciso che vuole tirare con l’arco proprio oggi, che c’è vento, mentre l’attività è prevista tra tre giorni e tu non sai più quali scuse trovare.
Si crea, con loro, una falsa cordialità, una falsa amicizia, una falsa intimità. Tutta illusione .Durata? una settimana. Mentre tu riponi gli indumenti in valigia, guardi il cielo sfavillante di luce e respiri l’aria densa di profumo di fiori, già con rimpianto e malinconia, tra un abbraccio e l’altro loro sono proiettati alla settimana che comincia tra poche ore, pochi istanti. Un altro carico, e via.
Ma, per chi voglia guardare dietro i sorrisi smaglianti, le pacche sulle spalle, gli abbracci , i complimenti, è possibile cogliere qualche frammento di verità dietro queste belle facce abbronzate. Basta osservare. Una espressione assorta o triste, le unghie mangiate fino a metà, movimenti compulsivi di corpi che non riescono a star fermi. Qualche mezza frase, lasciata sfuggire in mezzo a luoghi comuni o riassunti delle loro giovani vite , così graditi alla curiosità dei clienti ; moti spontanei, come cacciar fuori la lingua (lo fanno sempre più spesso i ragazzi nelle foto), gesti che talora rivelano residui di rozzezza adolescenziale. E, in qualche caso, empatia e autentica umanità...
Eccellenti motivatori… Se non vi alzate tutti insieme e ballate, domani piove!
Trainer convinti e convincenti.. .Volete avere le chiappe molli?
Bugiardi di professione. Ma come sei bella…
Terribile, questa finzione? Dove è finita l’autenticità di un rapporto umano? E’ tutto così desolatamente falso?
Sicuramente è così . Forse è così. E anche fosse così?
Un sorriso stanco, ma convinto, è senz’altro meglio di quelle facce scure che incontriamo ogni giorno in treno, in metropolitana, sul lavoro. E un “sei bella” quando le vicissitudini della vita fanno male , è sempre un balsamo…
E forse non è falsità. Ha un altro nome: professionalità. Che è comunque un valore.
Ah, dimenticavo...Un grazie. Sincero.
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